Whisky Macallan: il single malt più amato dai collezionisti

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Da molti ritenuta la distilleria simbolo della regione dello Speyside la Macallan è in attività dal 1824 e la sua produzione segue sempre le linee guida iniziali, inoltre la grande opera di ristrutturazione e ammodernamento conclusa nel 2018 ha rilanciato la struttura portandola ad essere una vera cattedrale del whisky.

Vi proponiamo il Double Cask 12 years, bellissimo invecchiamento di almeno 12 anni in botti europee e americane ex-sherry, e il Triple Cask 12 years, che aggiunge un terzo periodo di invecchiamento in botti di rovere americane ex-bourbon

BICCHIERE DA DEGUSTAZIONE OLIO DI FLAVIO LENARDON

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Il bicchiere da degustazione olio, prodotto da Terracotte Benegiamo https://www.facebook.com/terracottebenegiamo/ su ideazione di Flavio Lenardon, ha vinto il premio speciale “Le forme dell’olio 2020”, nella sezione oggettistica e manufatti. https://scontent-mxp1-1.xx.fbcdn.net/v/t1.0-9/82002820_1307509286123943_5363599560616706048_o.jpg?_nc_cat=108&_nc_oc=AQkNv5TkpaRrHW8_sM2bzPR75HezuZy3NkiU0db6YA0oJZyAOEIHNkojRDuofHDcxDk&_nc_ht=scontent-mxp1-1.xx&oh=9011a7a392592829c07029dbc9827e7c&oe=5E998584

https://issuu.com/olioofficina/docs/n_8_251

 

L’idea di un bicchiere da degustazione bianco-rosso in terracotta smaltata

Nel corso degli ultimi due anni vengo attratto da vari articoli e vicende legate ad un oggetto che, pur di uso comune nel suo senso più ampio, è per molti un alleato, un “compagno di banco” prezioso nel momento dell’espressione valutativa degli oli da olive. Nei vari congressi e nelle aule dedicati, si parla di una novità nel campo delle degustazioni e – dopo l’entrata in campo da oltre due lustri del bicchiere blu – viene proposto un bicchiere rosso, che si propone come un miglioramento sostanziale dell’approccio al campione oleario oggetto della degustazione.

Come noto, il motivo fondamentale di questa ricerca cromatica per il vetro del bicchiere da degustazione è quello di impedire la percezione del colore dell’olio da parte dell’analista, in quanto il colore non dovrebbe essere fattore discriminante per la qualità dell’olio.

Le verifiche sperimentali avrebbero rilevato che il colore rosso del vetro è più efficace di quello blu per annullare completamente la percezione delle tonalità gialle degli oli.

Il problema che sorge è questo: il colore rosso ha oggettive forti influenze sul modo in cui noi percepiamo le cose e non sembrerebbe adatto a favorire una condizione di giudizio distaccata ed imparziale.

Nonostante queste perplessità sull’uso del vetro rosso per la degustazione (perplessità relative alla tutela della giusta valutazione degli oli posti in rassegna nei vari concorsi), i rappresentanti del Coi non hanno sollevato alcuna obiezione sulla nuova colorazione, poiché rispetterebbe pienamente i requisiti previsti. Alcuni dei rappresentanti dello stesso Coi hanno persino suggerito che il nuovo bicchiere rosso granato andrebbe utilizzato sempre durante le selezioni di premi e concorsi; il fatto è che questo calice da degustazione cancella completamente l’aspetto dell’olio d’oliva al punto da farlo sembrare acqua.

Quanto esposto mi ha sollecitato a cercare una soluzione che rispettasse sia la funzionalità del colore rosso sia le perplessità mosse da più parti riguardo allo stesso colore. Il rispetto delle tecniche di degustazione, per l’imparzialità della stessa, dovrebbe coniugare le innovazioni tecniche e scientifiche con la tradizionalità di un gesto valutativo condotto con la massima attenzione, meticolosità e distacco.

Ogni vera degustazione è un momento di estasi del palato, di piacevolezza, di massima concentrazione dei sensi, un atto tanto terreno quanto metafisico, un momento che vuole riportare a sé tutta la storia del prodotto degustato nella sua autentica espressione.

La soluzione a questo enigma mi è arrivata dopo che, in una visita in Puglia, ho preso coscienza, lavorandola ed immergendo letteralmente le mani in essa, della terra da vasaio, dell’argilla. E’ come se fossi ridiventato consapevole di quanta storia dell’olio è legata alla sua conservazione nelle anfore, nelle giare, nei contenitori di coccio (un compendio di questa meravigliosa storia del rapporto tra l’olio e la cultura è contenuta nel libro E’ l’olio, bellezza! di Giorgio Barbaria).

Ho allora pensato che ciò che poteva offrire un materiale come la terracotta era unico ed insostituibile; ho pensato al lavoro negli oliveti: esso si svolge sempre seguendo una stagionalità che non può, nonostante tutto, essere molto modificata, rimanenedo sempre nella sua naturalità, con la successione delle stagioni.

Così con un andare lento, a misura d’uomo, si dipana la giornata seguendo i moti del tempo e della maturazione delle olive.

La terracotta è alla stessa stregua un materiale lento, deve essere fabbricato seguendo regole precise; deve essere essiccato con calma e con attenzione. altrimenti può “crepare”; deve essere cotto alla giusta temperatura e per il giusto tempo.

Da queste riflessioni nasce inizialmente la prima bozza di un bicchiere in terracotta smaltata totalmente in colore rosso per verificarne l’oggettiva rispondenza in termini di degustazione: la verifica è positiva in quanto osservo che la percezione del colore dell’olio è completamente annullata, come nel bicchiere di vetro rosso.

Il vantaggio di utilizzare la terracotta è allora il seguente: la terracotta può essere colorata all’esterno con colore differente e psicologicamente più adatto ad una degustazione che non deve esserne influenzata. Un colore neutro come il bianco per l’esterno del bicchiere da degustazione potrebbe essere il più adatto.

La terracotta ha inoltre la speciale caratteristica di un’elevata tenuta termica: pertanto, dopo essere stato portato a temperatura ideale per la degustazione, un contenitore di terracotta ha la capacità intrinseca di mantentere la corretta temperatura per un tempo superiore ad altri materiali.

Quindi, al termine di questo percorso di ricerca ed esplorazione, ho concepito il bicchiere da degustazione in terracotta smaltata rosso all’interno e bianco all’esterno.

Lo propongo con convinzione in quanto mi sembra possieda caratteristiche tecniche, meccaniche, termiche, psicologiche, adatte ad una degustazione seria, rigorosa, tranquilla ed obiettiva.

Flavio Lenardon, fondatore di TreeDream

movimento culturale per la rinascita dell’olivicoltura d’alta quota italiana

LUCE DELLA VITE: IL CONNUBIO FRESCOBALDI MONDAVI

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Ma quanta Luce da Zeno22! 😎

Tre cassette tre annate: 2008, 2011 e il mitico 2012 i venti anni dalla prima vendemmia, nata dalla collaborazione di due grandi interpreti della storia enologica contemporanea, Vittorio Frescobaldi e Robert Mondavi; nasce così Luce della Vite, un blend inedito di Sangiovese e Merlot.

Il 2012 festeggia i suoi primi vent’anni con l’abito delle grandi anteprime. La bottiglia indossa un’etichetta decorativa: l’oro esalta lo splendore del logo, il sole raggiato rifulge come di luce propria, le annate riprodotte in tondo ricordano i primi venti capitoli della storia di un grande vino, diverso da ogni altro e capace, dopo vent’anni, di raccontare la realizzazione di un sogno!

BENEGIAMO CERAMICHE PER LA TAVOLA

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Quando la professionalità incontra la tradizione nasce l’eccellenza!

Da Zeno22 Enoteca e Prodotti del Territorio Albenga trovate una vasta scelta di splendidi prodotti realizzati e decorati a mano dall’azienda artigianale pugliese Benegiamo.

Arricchite la vostra tavola e rendete unici i momenti di convivialità con le ceramiche Benegiamo!

NINO NEGRI SFURSAT 5 STELLE

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Da Zeno22 Enoteca Albenga trovate lo Sfursat 5 Stelle Nino Negri.

La Negri è stata la prima casa vinicola valtellinese, nel 1956, a produrre lo Sfursat con appassimento naturale delle uve.
Il 5 Stelle è il suo Sfursat più prestigioso.

Questo vino viene prodotto solo nelle annate migliori, da uve Chiavennasca (Nebbiolo) leggermente appassite, provenienti da vigneti a 450 metri sul livello del mare. Affina in barrique per circa 20 mesi, rimane poi in bottiglia altri 6 mesi prima della commercializzazione.

Si tratta di un vino con struttura vigorosa, straordinariamente armonico e adatto ad un lungo invecchiamento.

Nino Negri Vigneto Fracia

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Ottenuto da uve Nebbiolo (Chiavennasca) dall’omonimo vigneto di 7 ettari, il Valtellina Superiore Vigneto Fracia è un vino esclusivo della Nino Negri.

Le uve vengono raccolte a mano, leggermente surmature per favorire la concentrazione degli zuccheri nell’acino.

Dopo la vinificazione con breve macerazione, il vino completa la fermentazione in piccole botti di rovere a cui segue poi un periodo di affinamento in bottiglia.

Un Valtellina Superiore che esprime forte personalità, speziato nei profumi, caldo ed elegante al palato.

Ottimo con il brasato, con formaggi di media stagionatura oppure con lo spezzatino.

Ruinart Champagne Blanc de Blancs

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Champagne Ruinart Blanc de Blancs, emblema del gusto Ruinart.

Assemblaggio costituito al 100% di Chardonnay di diverse annate.

Il colore è di un bellissimo giallo dorato pallido con leggeri riflessi verdi. È brillante e luminoso con un’effervescenza vivace e persistente.

Al naso grande intensità, con note di frutta fresca, in particolare agrumi maturi e note delicate di fiori e frutti bianchi.

Al palato è morbido, armonioso e di grande rotondità. Emergono nel finale note di pescanoce, agrumi e una piacevole mineralità.

Il finale è molto persistente e rinfrescante.

LE PRELIBATEZZE DI GAILHOU DURDOS

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Da Zeno22 Enoteca e Prodotti del Territorio Albenga trovate le prelibatezze dei Pirenei francesi per un Natale da gourmet!

Il Cassoulet è un piatto tipico della regione della Linguadoca; è un piatto molto antico che la leggenda vuol far risalire addirittura al periodo della Guerra dei 100 anni. E’ a base di fagioli bianchi, confit d’oca, stinco o spalla di maiale, salsiccia e cotenna di maiale.

Il formaggio Tourmalet è una versione contadina del Petit Basque, un noto formaggio basco. Proviene dalla valle dei Laruns ai piedi dei Pirenei e prende il nome da una montagna nella regione in cui viene prodotto.

Semi-duro con formaggio a pasta liscia, Tourmalet ha un finale carnoso e un sapore caratteristico e ricco di noci.

Si abbina bene a Madiran (il rosso locale), ai vini Viognier e ai vini prodotti con Sauvignon Blanc.

Il foie gras è il fegato grasso di pollame: di anatra (canard), dal sapore tipico, o di oca (oie), dal sapore più delicato.

Lavorato nel sud Ovest della Francia, il foie gras che arriva da questa regione è insignito del marchio IGP (Indicazione geografica protetta).

Il foie gras ha un gusto caratteristico e una texture particolarissima dalla splendida untuosità. Pur essendo spesso confuso con il paté,il foie gras e il paté sono due ingredienti differenti. Ad esempio, il foie gras non si spalma mai anche se si serve solitamente accompagnato con del pane.

MASTROBERARDINO TAURASI ANTONIO RISERVA 2008

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Il Barolo del Sud si chiama Taurasi!

Vino da lungo invecchiamento, può essere apprezzato perfino a distanza di decenni.

Mastroberardino Taurasi Radici Antonio Riserva 2008 è l’edizione più premiata. Un’annata eccellente che ha permesso un’ottima espressione aromatica. Dal complesso bouquet spicca la nota di lampone, segno di grande classe, e poi canfora, legno di cedro. La bocca è snella e scattante. Eleganza.

Questa edizione inoltre incorpora un messaggio che acquista uno speciale significato: porta il nome di Antonio Mastroberardino, grande innovatore e custode delle antiche origini della nostra viticoltura, la cui intera vita è stata dedicata al recupero e rilancio dei grandi valori di uno straordinario territorio di antico prestigio: l’Irpinia.

In etichetta è riportato il suo volto, in un ritratto a lui dedicato dal figlio Piero.